30 novembre 2012

Un premio, evviva!

  Questa cosa inaspettatissima mi ha lasciato sorpresa e tanto felice!
Ho ricevuto un premio! 
Il Liebster Award mi è stato donato da Emma di Mon 'Em Cuisine, un blog ricchissimo di ricettine saporite e foto succosissime, con una grafica minimal, elegante e davvero  accattivante. Insomma, un posticino da visitare quanto prima!
Ad Emma è piaciuta molto la mia Mascotte, Wumpus il bigio, il mio terribile e giovane micetto. Provvederò a convertire il premio in un quantitativo congruo di croccantini per premiare il vero vincitore
Ecco le regole del premio:
  • Intanto va accettato "E chi non lo farebbe?" dicono Emma e le altre bloggers. E qui lo si accetta con gusto.
  • Poi va comunicato tramite un post come questo, inserendo il link di chi ve lo ha donato. E anche questo è stato fatto :)
  • Infine va donato ad altri cinque bloggers che hanno meno di 200 followers e che, secondo voi, meritano di essere visitati.
 E questa è una parte molto dificile per una pivella come me: tutti i blog che ho seguito in questi mesi e che mi hanno convinto a fare questa esperienza hanno più followers del richiesto.
E allora...
Allora mi piacerebbe donare questo premio a tutti e in particolar modo
 a:
"Il ricettario di Anna" perché le sue foto sono deliziose e quella con il cavolo viola mi ha fatto proprio innamorare
RaffaellaM, una celiaca in cucina, perchè le sue ricette sono semplici e sane e poi con quel gattino nero come testimonial...  
Mariapaola, di "le avventure di Mariapaola, una celiaca allo sbaraglio", che mi ha fatto ammazzare dalle risate ed è fonte di ispirazione
chi è celiaca per amore, cosa ci potrebbe essere di più nobile?
chi soffre di mal di testa dell'immigrata, perché è lettura gradevole e mi riporta indietro nel tempo...

E a questo punto vado a dormire, non prima di aver avvisato tutti coloro che ho nominato, come vuole l'ultima regola.
Un saluto speciale dal vero vincitore di questo premio, 

che per l'occasione fa il musetto languido...

Grazie ancora, Emma!


29 novembre 2012

05. la conquista dei BBbuoni

Mi sono svegliata presto, martedì mattina. Più o meno come al solito.
Ma non ero diretta al lavoro: avevo appuntamento con i miei ... BBBBUONI!!!!!
Eh sì, già dalla fine della settimana scorsa avevo iniziato a martellare telefonicamente il funzionario della ASL, il quale, non so se per normale iter burocratico o per sfinimento, mi dice di passare Martedì.
Avevo anche scritto un piccolo post con la buona novella che per motivi arcani e misteriosi è rimasto nel limbo delle bozze. Eppure ero sicura di averlo pubblicato... mha...
Ero un po' nervosa. E non era certo perchè avrei visto finalmente i miei agognati foglietti.
Era perché la signorina della mia farmacia mi aveva detto strane cose.
Fino ad ora non ho comprato quesi nulla in farmacia, mi sono rifornita piuttosto al supermercato. Ero curiosa di vedere cosa si potesse comprare in un posto comodo, sotto casa... Ma la signorina mi guarda e fa:
"No, noi queste cose qui non le trattiamo proprio!"
Incuriosita da tanta veemenza le chiedo perchè.
"Perché qui da noi nessuno se le compra"
La cosa si fa ancora più interessante: la periferia Nord di Napoli conta meno celilaci? I miei compaesani con la celiachia non reputano necessario comprare alimenti senza glutine?
Niente di tutto questo.
"Signo', ve lo dico chiatto chiatto: qui da noi la ASL non ce li manda, i clienti. Li manda altrove... se andate altrove vedete... trovate di tutto, pure i SURGELATI "
Dove sarà mai quell'altrove? Provo a domandare e la signorina mi risponde:
"TSK"


Ero dunque nervosa perchè mi aspettavo che uno dei funzionari, mantenendo stretti i miei bbbuoni in una mano, mi estorcesse la promessa di andarli a spendere in un determinato esercizio commerciale.
 Invece arrivo all'ufficio, incontro finalmente il mio prezioso blocchetto dal dorsetto verde, compilo qualcosa, do' il documento e chiacchiero col funzionario che ad un certo punto mi dice, testuali parole:
"Guardi, sa, che da quest'anno noi rimborsiamo anche gli acquisti fatti in alcuni supermercati. Si faccia un po' i conti veda dove le conviene di più andare a comprare... queste farmacie spesso hanno dei prezzi spaventosi e di supermercati ce ne sono parecchi..."

Alla faccia del funzionario "mazzettato"!!!! (la grande distribuzione avrà milioni di difetti ma non ha certo bisogno di questo tipo di pubblicità). E meno male che dirigeva i celiaci nelle farmacie di suo gusto!

Adesso che ho raccolto anche l'ultimo pezzo del kit del neodiagnosticato, posso essere contenta: in un solo mese ho terminato  la FASE 1, quella che doveva essere ... semplice!
Ma ora posso anche rilassarmi. Non sono più una clandestina, ho tutti i documenti in regola!
Un giorno cercherò di raccontare i miei primi sei mesi da transgluten, ovvero sia a dieta aglutinata senza diagnosi definitiva. Socialmente parlando è stato un inferno!
Ma adesso devo concentrarmi su FASE 2 : ricerca di un posto ben fornito dove andare a depositare il mio primo ... documento di credito!

E dalla mia postazione, oggi, mi sembra di intravedere un corteo...
Ma sì,  si avvicina un corteo di giovani villi molto battaglieri, c'è molta confusione, ogni gruppetto urla il suo slogan:
"Asolane, asolane, questa pasta non fa male!" e poi
"Un due tre, noi vogliamo il gluten free"
Una giovane "villetta" con tanto di basco e megafono prende la parola e dichiara:
"basta, basta con questi crostini di pane secco! Noi ci stiamo sviluppando per il futuro e vogliamo una VERA PASTA MISTA senza glutine nella zuppa di fagioli E la vogliamo SUBITO, entro stasera!"

Non mi resta che allontanarmi in gran fretta dal Tenue e capire come soddisfare le richieste dei manifestanti, mi restano solo 48 ore...

27 novembre 2012

Il sartù di riso di mamma'

A casa mia c'è un piatto che l'ha sempre fatta da padrone:



IL SARTU' DI RISO


E' il primo piatto preferito da Giorgino mio fratello (che è rimasto "Giorgino" anche dopo gli 'anta) e dal momento della mia svolta gluten free è ritornato ad essere il cavallo vincente dei pranzi di famiglia. Mia madre è un'ottima cuoca però ultimamente ho la sensazione che quell'impercettibile tensione che sento nella sua voce alla domanda:
"Cosa posso cucinarti?"
sparisca come d'incanto alla mia risposta:
"Ma guarda, mi piacerebbe proprio un bel sartù di riso come lo sai fare tu!"
Perché, a parte le preferenze del fratellino, è da tre generazioni che le donne della nostra famiglia cucinano un sartù di riso alto, grosso e (quasi) sempre sformato alla perfezione.
Ho dato un'occhiata in rete, molti  utilizzano la teglia per la ciambella. A casa mia un sartù di riso con il buco al centro non sarebbe proprio contemplato!

E' solo in uno stampo rotondo, dai bordi molto alti, che si può realizzare una vera e propria scatola di riso ripena di un quantitativo esagerato di imbottitura. Ed è la proporzione sugo/riso/imbottitura che trasforma un riso al forno in sartù di riso.
Almeno, così sosteneva mia nonna, la quale, pur essendo figlia di due siciliani, aveva fatto sua questa ricetta della tradizione napoletana  e si riteneva completamente soddisfatta solo se al momento del taglio il sartù mostrava di essere abbastanza scostumato, cioè fosse disposto a mettere in bella mostra tutte le sue doti nascoste.

Avendo l'accortezza di utilizzare ingredienti presenti nel prontuario dell'AIC e di utilizzare pane e pangrattato assolutamente senza glutine, questo è un piatto davvero facilmente adattabile.
(Sono un poco preoccupata, è la mia prima ricetta sglutinata e non vorrei dare informazioni poco corrette. Sarò felice di aggiungere/correggere/cancellare secondo i vostri consigli)


Per fare un sartù di riso secondo la tradizione di casa mia, per 6 persone mangione o anche per 8 di normale appetito, c'è bisogno di:

  • Passata di pomodoro 1 Kg
  • Riso per risotti, 600 gr
  • Carne macinata, 100 gr**
  • Pane raffermo* 200 gr
  • uovo intero 1
  • Parmigiano reggiano grattugiato, abbondante
  • Cervellatine , 4 (salsicce molto sottili, tipicamente napoletane)**
  • Piselli piccolissimi, un barattolo grande
  • Funghi surgelati, misto con porcini, 300 gr
  • Fiordilatte o Provola, 300 gr
  • Pangrattato*
  • Burro per ungere
  • Tuorli d'uovo, 2
  • Cipolla
  • Carota
  • Sedano
  • e, ovviamente, abbondante olio extravergine di oliva.

*rigorosamente privi di glutine
**assicurarsi che la carne sia stata confezionata con procedimenti idonei alla dieta senza glutine

La leggenda vuole che il vero sartù di riso napoletano abbia 44 ingredienti (così sostiene mia madre) e quindi questi che ho elencato sono relativi solo all'...antipasto!
Iniziamo con il:

SUGO:
tritare la cipolla, carota e sedano e farli soffriggere nell'olio extravergine.
Versarvi il concentrato di pomodoro e lasciar cuocere il sugo per un'oretta, facendo in modo che non si restringa troppo. A fine cottura profumare con una bella foglia di basilico.
La tradizione napoletana vorrebbe un ragù di carne ma a casa mia si fa un sugo semplice poiché mia madre sostiene che il ragù impedisca una buona tenuta della forma del riso

CERVELLATINE (in alternativa due salsicce)
In una padella  soffreiggere le cervellatine in olio EV e aglio. A  cottura ultimata lasciarle raffreddare e tagliarle a rondelle

POLPETTINE
Ammollare il pane raffermo in acqua, strizzarlo per bene, lavorarlo con la carne macinata, una generosa manciata di parmigiano, sale e (a chi piace) un po' di pepe. Sbattere legermente uovo e albume e unirli al composto poco alla volta (tutto l'uovo è un po' troppo, l'impasto deve venire sodo e legato, non umidiccio). In mancanza di pane raffermo gluten free, ho usato con successo il pan grattato, ovviamente sempre senza glutine.

Formare delle polpettine piccine piccine e friggerle in olio di semi di arachide.

PISELLI e FUNGHI
Prendere un bel mestolo di sugo e utilizzarlo per cuocere i piselli. A fine cottura, aggiungere i funghi misti, preventivamente cotti in padella (sempre con una bella dose di olio EV e aglio) e tagliati in piccoli pezzi. Infine unire pure le rotelline di salsiccia/cervellatina

FIORDILATTE O PROVOLA
Tagliarli a cubetti

 A questo punto, con la cucina già sottosopra e un cospicuo numero di pentole, mestoli e tegami già sporchi, si è pronti per lessare il riso, che dovrà essere scolato davvero molto al dente!
Condire il riso con abbondante sugo di pomodoro e mescolarlo con molto parmigiano reggiano.
Aspettare che il riso diventi tiepido e incorporare anche i due tuorli. Il tutto deve essere ben umido ma non slegato. Durante la cottura il timballo non si deve seccare troppo però non deve nemmeno collassare una volta sformato!
Io, personalmente metto solo un tuorlo, mia madre invece non usa metterli (e il suo sartù viene compatto lo stesso!)
Prendere la teglia, tonda e dai bordi molto alti, imburrarla e rivestire l'interno di pangrattato (ovviamente senza glutine).
A questo punto lavarsi bene le mani e lasciarle umide, versare una buona parte del riso nella teglia e compattarlo molto bene (con le mani bagnate, appunto... per gli schizzinosi usare il dorso di un cucchiaio ma... il tocco segreto è proprio nel maniare ben bene il composto abase di riso!), sui lati deve arrivare fino ai bordi mentre al centro deve essere scavato a mo' di vaschetta.
Nell'incavo centrale vanno sistemati il composto di piselli/cervellatine/ funghi, le polpettine, e la provola (o fiordilatte)
Ricoprire il tutto con il resto del riso, cospargere con il resto del sugo di pomodoro, spolverare di pangrattato e parmigiano, aggiungere qualche ciuffo di burro.
Infornare a 180° per una trentina di minuti.
Qui non saprei ben dire cosa faccio, perchè il mio forno è un disastro e prende ogni volta iniziative personali sempre diverse.

Aspettare, aspettare pazientemente per sformarlo. Il sartù deve essere caldo ma non bollente per poter sgusciare tutto intero dalla teglia e per essere tagliato in fette che mantengano la forma.
E se avrete saputo renderlo davvero scostumato, come voleva mia nonna, piccole polpette cominceranno a rotolare in basso seguendo la gravità, il fiordilatte filante seguirà la lama del coltello creando festoni e riccioletti mentre il riso si manterrà fieramente sull'attenti.


L'ultima volta che l'ho fatto... ehm, non avevo tempo per le polpettine e così ho abbreviato saltando il macinato di carne con una parte della cipolla destinata al sugo.
Le cervellatine sono evidentemente molto timide e non si sono fatte fotografare mentre i funghi sono poco fotogenici ma giuro che ci sono !




Al momento, dalla mia postazione, posso osservare numerosi villi accorsi nella speranza di accaparrarsi una fettina.
Ma in questo Tenue sempre più affollato la vita del villo è ogni giorno più dura.


22 novembre 2012

i BBuoni (04.senza fine)

La precedente puntata della serie "I BBbuoni" si chiudeva con un mesto:
 [...] carte che chissà dove sono [...]
Ecco, la decenza impone di non rivelare dove avevo conservato il mio contratto di lavoro.
La settimana è finita e ho passato quasi tutte le mattine  in un ufficio pubblico.Non succedeva da quando mi sono iscritta all'università, o forse da quando ho preso la patente.
Affronto la signora dello sportello (che ne frattempo si è notevolmente rilassata) brandendo tutte le mie carte.
Lei inizia a leggere la mia certificazione, è chiaro che non capisce una mazza di quello che ha davanti e, con mio sommo piacere, decide di bypassare.
Passo all'ufficio esenzioni. E' incredibile, fila tutto liscio!
Il dottore che ha seguito la mia esenzione è ancora in buona salute, ha pure una stampante nuova e la mia vecchia pratica non si è perduta!
Grata di cotanta fortuna, decido di chiudere il cerchio e di affrontare il medico di base.
Allo studio incontro innanzitutto il medico sostituto il quale mi  ha candidamente confessato di conoscere la celiachia solo per quello che studiò all'Università... credo intorno agli anni '50...
Il mio dottore, che è piuttosto strano e non credo che abbia molta dimestichezza con questi problemi, esamina i certificati e incassa il colpo senza vacillare, esclama solo "Ah!!"
Fa finta di non aver mai detto, quattro mesi fa, che NON potevo essere celiaca (Signora, ma rifletta! Niente mal di pancia, niente cagotto, è cresciuta, è anche bella chiattoncella...) e che quindi era assolutamente inutile fare costose indagini genetiche. Dopo un breve riepilogo dei miei sintomi atipici mi chiede notizie sulla salute dei miei congiunti.
Mha...

Oramai non mi rimane che ritirare il libretto, anzi, come si dice in napoletano (riferito prevalentemente ai libretti di risparmio), la libretta.
Mercoledì (siamo dunque a ieri mattina) ripasso in ASL. Apro educatamente la porta dell'ufficio esenzioni e il funzionario, che è sempre stato tanto gentile, mi guarda sorpreso.
"Ah, è lei..."
Cosa si cela dietro quel "Ah"?
Uh, Madonnina Santa del Carmelo, qui si ricomincia a sprofondare nell'incubo!
Insomma, per farla breve, pare che la ASL di Avellino non abbia ancora fornito il nulla osta per l'erogazione dei miei ticket però, osservando la strana faccia del funzionario, credo più che si sia dimenticato di fare il fax di richiesta...
"Dotto', vi prego, faciteme magna' quaccosa 'e cchiù"*
Oramai sono traumatizzata da questa storia e la fantasia galoppa: penso a torbide compravendite di esenzioni e dietoterapeutici, insane voglie senili del funzionario placabili solo con prestazioni fisicamente gluten free, patologie psichiatriche del suo collega che gode nell'affamarmi e nasconde le pratiche...
Giuro che da domani mattina martellerò telefonicamente senza pietà!

Dal Tenue (dove il transito di cibi scarseggia per mancanza di adeguati supporti del SSN) è tutto,
alla prossima!

Scherzo, ovviamente! Ho fatto il brodo vegetale, ho saltato la zucca con le cipolle, il gorgonzola piccante l'ho comprato... vado a fare il risotto!

* Dottore, vi prego, mettetemi in codizione di mangiare qualcosa in più



17 novembre 2012

Papille e villi salvi, tutti!

Stasera ho rifatto le  crêpes senza glutine, con la ricetta che avevo usato mesi fa.
Nell'andarla a rileggere ho avuto una bella sorpresa e mi è venuta in mente una cosa.

La mia dieta senza glutine è iniziata questa primavera,
visto che mancavano i presupposti per quagliare* la diagnosi, ho deciso di fare a capa mia** e mi sono messa a dieta senza glutine da sola.

La verità nuda e cruda è un pochino meno appassionante:  passo molto tempo in mezzo ai medici e la mia situazione così bordeline, senza sintomi tipici, aveva creato due fazioni, quella  "pro Gaia gluten free" e la  "pro Gaia psychiatric therapy" per cui ad un certo punto ho abbracciato le idee della prima fazione. Sono cresciuta negli anni settanta e non mi suona poi così male pensare

"Il villo e mio e lo gestisco io"


Che non sarebbe stato facile l'ho capito quasi subito.

Il mio primo approccio è stato al supermercato (uno di quelli enormi e notissimi). Un'occhiata ai prezzi della pasta senza glutine... da raggelare il sangue! Una palpatina ai panini confezionati... e che sono, palle di scoppetto?
Mettiamo bene in chiaro una cosa: una napoletana può accettare di mangiare un panino confezionato e con il peso specifico del plutonio solo se sta andando verso Giove e oltre l'infinito
Noi napoletani non siamo poco adattabili alle altrui cucine e infantilmente legati ai nostri sapori. Siamo più esigenti. 
Quindi mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato ad impastare.
Il secondo concetto che mi è stato subito chiaro è che l'umanità non ha scelto di fare il pane con la farina di grano per un futile capriccio.
Ahi, queste farine sglutinate non sono affatto come le altre e i miei panini... ahi ahi ahi!

Ma il Padreterno è buono e misericordioso e ha mandato tra noi neodiagnosticati, gluten sensibles, paraceliaci, atipici e potenziali degli angioletti blogger che si prendono cura dei nostri primi passi.

Non sto scherzando.

La condivisione dell'esperienza in questo campo è vitale e proprio non riesco ad immaginare come si facesse prima dell'Internet (o meglio, lo immagino molto bene ma non ci voglio proprio pensare!)
Ho inziato dunque a ricercare (cosa che pare sia una costante nella mia vita) ricette e a prendere nota.
La prima cosa complessa che ho cucinato sono state le  crêpes, utilissime per avvolgere roba commestibile e mangiare in velocità, tipo al lavoro, tipo quando ti mangi un panino ma non hai il panino.
Erano talmente tante che le ho surgelate e mi sono durate quasi sei mesi! Buonissime, forse quelle glutiniche non mi sono mai venute altrettanto bene.
E' stata poi la volta degli gnocchi e anche allora internet  è stata fonte di ispirazione e ha contribuito a mantenere alta la mia motivazione, perché quando la domenica fai gli gnocchi alla sorrentina con questa ricetta, nessuno (sglutinato o glutinoso) potrà evitare di leccarsi i baffi!
 E, vi giuro, se il giorno prima vi siete trovati davanti ad un piatto di spaghetti che invece di cuocersi si sono disintegrati... bhè, mantenere alta la motivazione è difficile!
Quindi per mesi, come la più fetente delle leecher, rimbalzavo tra i fornelli,  un cuore di farina , la mia omonima,  il ricettario di anna. e tanti altri. E poi su "punto di vista celiaco" mi sono fatta una cultura sul SSN e anche sul sistema HLA mentre tante risate mi sono fatta leggendo  Mariapaola,  allo sbaraglio in Italia e in Europa.
E quindi se la salute dei miei villi dipende dalla mia testa dura, la soddisfazione delle mie papille (che pure hanno la precedenza in senso cranio-caudale) dipende tutta da un bel gruppo di blog di alta qualità e con informazione seria.

Stasera nei meandri del Tenue è stato coniato un nuovo slogan

Papille e Villi salvi tutti!


Grazie, grazie grazie per tutte le cose utili che avete rilasciato in rete e che io, anche senza dirvi nulla, ho usato con gioia e profitto!
Non so se delle mie avventure da adulta neodiagnosticata qualcuno potrà approfittare, però forse sorridere sì
 
La vostra Neodiagnosticata speciale spera di darvi presto appuntamento con la conclusione delle avventure dei  bbbuoni


*termine napoletano che sta per "concludere".
** di testa propria 






I Bbbuoni (03.ritorno all'ovile)

Ed eccomi qui, finalmente nella ASL dove tutto ha avuto origine.
Ieri mattina mi appropinquo alla stanza di un gentile signore di nome Enzo che ha curato la mia revoca e mi ha fatto la cortesia di conservare la mia documentazione lavorativa.
La porta è socchiusa e la stanza è vuota.
No, non nel senso di "funzionario assente" ma proprio VUOTA. Non ci sono più le sedie, le scrivanie, le carte!
C'è un cartello poco visibile con una freccia che indica di rivolgersi allo sportello del CUP.
Peccato che esiste davvero uno sportello del CUP dove si assiepano erroneamente tutti i vecchietti che devono cambiare medico. Al suo fianco (quindi nei pressi dello sportello CUP) hanno aperto un nuovo sportello di medicina di base.
La funzionaria è esauritissima, i vecchietti, che già si sono fatti la fila all'altro sportello, sono esacerbati e ti passano davanti infizzandosi da tutte le parti.
Il signore che mi precede è modello "Anticamera terza età, voglia di criticare negativamente anche i legami idrogeno". La signorina tanto carina che sta prima di lui è una segretaria di medico di base travestita da casalinga che al momento opportuno sfodera un arsenale di tessere che manco De Mita ai tempi d'oro conquistò.
Arriva il mio turno e decido di fare la gnorri, mi mancano due documenti su tre e quando la povera cristiana allo sportello me li chiede piagnucolo: "ma quel bravo signore che c'era la settimana scorsa mi aveva detto di non portare nulla..."
Sono poco credibile, la signora isterica mi manda via con un modulo da compilare e carte da aggiungere... carte che chissà dove sono...
La tenzone conclusa mi vede perdente su tutti i fronti e sommessamente posso solo dire che dal Tenue non ci sono altre novità.
Alla prossima.


15 novembre 2012

I BBbuoni (02. tarantelle irpine)

E fu così che Franz (il marito paziente) ed io ci inerpicammo verso la ridente Irpinia per immolarci nell'impresa burocratica dell'anno.
Il palazzone della ASL in cui approdiamo è una specie di oasi: grande, pulito e praticamente vuoto.
Totale assenza di vecchi sbofonchioni e pacchiane isteriche, decibel contenuti, numero di bambini piagnucolosi più che accettabile.
Ufficio del medico di base ampio, con tre impiegati a disposizione...
Entro e illustro il mio problema. L'impiegata strabuzza gli occhi e mi manda dall'impiegato maschio che siede all'estrema destra delle scrivanie.
Costui ha i tratti somatici del pugile suonato e, cosa assai sorprendente, assoluta mancanza di espressione. Ma non una inespressività usuale (tipo "Sono fotogenico") nè quelle paresi botuliniche che sempre più si vedono in giro. No, questo signore sembra Data (Star trek: TNG) o, meglio, Odo (StarTrek Deep Space nine). Ho cercato di strappargli un sorriso, un espressione di meraviglia, una irritata ma nulla, assolutamente nulla era in grado di fargli contrarre i muscoli della faccia.

Insomma, l'impiegato maschio dominante si fa carico della mia pratica, mi ascolta e inizia a scrivere al terminale, mi iscrive all'anagrafe, scegliamo il medico E fin qui niente di strano. Poi, dopo avergli ripetuto l'iter che mi aveva illustrato il suo collega napoletano, sfodero le carte per fare la revoca. Sempre mantenendo la stessa espressione, osserva che "pare brutto" revocare il medico immediatamente.  
"Ci vediamo fra un paio di settimane" aggiunge.
AAAAARGGGGHHHHHH esclamo io!!!
Ma come? io avevo detto tutto tutto e quello non aveva mosso un sopracciglio. Ed ora?
Ed ora, secondo lui, domani devo ritornare ad Avellino per disdire il medico
Sostiene che io questo medico non lo dovevo proprio scegliere, che potevo iscrivermi soltanto. Bhe, se avesse mosso i muscoli della boccuccia per dirmelo...
Sopraggiunge intanto un quarto impiegato, il più alto in grado.
Conosce la storia della mia pratica e allora, poiché mi pare quello smart, gli chiedo di fare anche l'esenzione.
Sa - dico - a Napoli mi hanno detto che se me la fate voi sarà un'esenzione permanente, invece a Napoli devo rinnovarla ogni anno contestualmente alla pratica dei buoni.
(con i tempi che corrono e le spending review che volano hai visto mai che manco ho iniziato ad essere celiaca e già mi aboliscono la patologia)
Lo smart mi chiede i certificati.
"E dove sta la biopsia?" mi chiede
"La biopsia?  - lo guardo con sospetto - la biopsia è in cartella, a casa"
"Eh, ma noi dobbiamo vederla!"
"Ma veramente l'ha già vista il gastroenterologo per la diagnosi... e alla ASL di Napoli non me l'hanno chiesta"
"Si vede che a Napoli sono meno... sospettosi"

Cioè... tu, impiegato della ASL, decidi di fare la supervisione di quello che diagnostica un centro prescrittore?? Ma chi si'? La commissione dell'invalidità???

Si allontana con le mie carte e torna dopo poco.
"Signora! - esclama -  dice la dottoressa che si può fare (se ci porta la biopsia) e poi tra una quindicina di giorni le diamo tutto, esenzione e buoni"
"Ma io non voglio chiederli qui questi stramaledettissimi buoni! Li voglio a Napoli! Non posso farmi 160 kilometri se mi finisce la farina!"
"Ah, signora, allora no! - dice lo smart - esenzione e buoni seguono il medico di base. Torni tra... "
"Ma non si potrebbe fare adesso"
"Ma la signora deve avere l'esenzione qui! - interviene l'inespressivo -mo' la facciamo sbagliare due volte. Già non doveva scegliere il medico. Mo' DEVE fare l'esenzione. Che ci azzeccano i buoni"
"La dottoressa non vuole - dice lo smart - l'esenzione sta meglio a Napoli, è più ordinato"
"No!  - rincara il pugile inespressivo - è giusto che tenga l'esenzione qui alla residenza, mica le può scadere la malattia"

Quando mi defilo dall'ufficio i due stanno ancora discutendo.
Torno a Napoli in possesso di un libretto e di un medico di base irpino. Senza BBbuoni e senza esenzione.
Piccoli progressi.
Qui dal tenue è tutto
Alla prossima


14 novembre 2012

I BBBuoni (01.Tarantelle iniziali)

Se tutti i celiaci italiani hanno un cedolino mensile per poter acquistare i prodotti senza glutine, sicuramente quello dei Campani si chiama BBbuono.
Con almeno tre "b", come vuole la tradizione e il nostro accento.
Ovviamente, essendo oramai una sglutinata certificata, la prima cosa che ho fatto è stata quella di inoltrare la mia richiesta per avere i fantomatici BBbuoni.
Mi aspettavo di incontrare qualche difficoltà, è ovvio, ma non pensavo che Kafka si fosse ispirato alla burocrazia della mia ASL per scrivere Il Processo...
Dunque, mercoledì scorso sono andata all'ufficio della ASL della mia città.  I due dirigenti che fanno le esenzioni sono gentilissimi e pure efficienti. Nel mio caso residenza e domicilio non coincidono così ci è voluto un po' di tempo per capire a chi devo fare richiesta. Poi alla fine mi fanno giurare solennemente che non chiederò i bbbuoni anche alla ASL di residenza (e me lo fanno autocertificare) e richiedono un nulla osta.
Insomma, la faccenda dei bbbuoni mi ha fatto perdere solo una intera mattinata. Normale amministrazione.
Qualche giorno dopo, però, mi telefona il funzionario.
Sul cellulare!!!!
Sono sconvolta dalla solerzia, addirittura per un istante ho pensato che mi volesse avvisare di passare a ritirare il libretto!
Ma...
"Signora, qui c'è un problemino... è che lei all' altra ASL  non risulta..."
"E certo che non risulto - dico io - come vi ho detto io all'altra ASL non mi sono mai iscritta"
"Signo', scusate, ma quando avevate bisogno di qualcosa da chi andavate?"
"Dotto' - rispondo io -  ma io in questi anni non ho avuto bisogno. E poi ci sono i DAy Hospital che non necessitavano di ricetta. Vedete quanti soldi vi ho fatto risparmiare!"
"Eh, Signo', mo' dobbiamo organizzare una cosa corretta! Qua ci sono dei CAPITALI in ballo e non dobbiamo commettere imprecisioni."
Alla parola CAPITALI, pensando alla cifra del famoso Bbbuono, quasi mi sbellico.
"Allora: l'errore iniziale l'ha fatto il mio collega: lei non poteva chiedere di essere domiciliata qua senza essere iscritta altrove. Quindi iniziamo col dire che deve cancellarsi dalla nostra ASL. Poi si va ad iscrivere ad Avellino e il giorno dopo richiede la cancellazione.
A cancellazione avvenuta, con il libretto di Avellino, torna qui e possiamo fare la pratica di domiciliazione, così quando chiediamo il nulla osta, la ASl di Avellino sa cosa risponderci"

Insomma, tarantelle di tempo e danaro
Per ripagarmi della perdita, pretendo di trovare Terry Gilliam alla ASl di Avellino, impegnato a girare "Irpinyl", il sequel di Brazil.

11 novembre 2012

La diagnosi


Sul 29 ottobre 2012, giorno della mia diagnosi definitiva non c'è molto da dire.
Mi sono appresentata all'edificio 6 del Policlinico con una pila di carte sotto al braccio e il freschissimo screening genetico scritto in cirillico antico. Per semplificare la consultazione delle scartoffie, avevo messo dei post-it rossi agli esami che mi sembravano più importanti e soprattutto avevo messo in pole position il referto della genetica, fosse solo perchè ci ho messo unidici mesi per averlo.
Quello non è il risultato di un'analisi del sangue no, è un simbolo della vittoria del bene sul male! E' il simbolo di quanto stiamo inguaiati, che me lo hanno chiesto alla visita gastro dell'ottobre 2011 ma i kit per farlo sono arrivati al Policlinico a marzo 2012. E dopo il mio medico di base ha pensato che prescrivermelo fosse superfluo, infatti glielo ho estorto con l'astuzia ( e un po' di inganno) e ci sono voluti altri 4 mesi.
Al gastroambulatorio la dottoressa (fantastica) si è sfogliata tutta le carte mi ha chiesto se facessi l'avvocato. Per via dei post-it rossi.
Sfogliava ad alta velocità e all'inizio ho pensato che arronzasse. Se tu paziente senti un dottore che ti dice che stai benone ma hai il sospetto che  abbia arronzato, non sei un paziente felice. E sotto sotto non gli credi.
Invece la supergastroenterologa aveva l'occhio bionico e la memoria titanica, dopo pochi minuti conosceva le mie cartelle meglio di me.

"Signo' lei è celiaca, mi dispiace, che ci vogliamo fare?"

Io sorridevo in maniera idiota, come se fossi felice di sentirmelo dire. 
Lo so da me che non è sano essere felici nel sapere di avere una malattia e infatti in questi ultimi due anni ho pensato spesso che il mio reparto di riferimento non dovesse essere la gastroenterologia ma la psichiatria. Ero convinta che la supergastro, vendendomi così sollevata dinnanzi al verdetto, una visitina al reparto senza finestre me la consigliasse...
Supergastro, dolce, compresiva ma anche pratica e svelta, mi ha fatto due supercertificati alla velocità della luce, mi ha elencato tutti gli esami che devo ancora fare e mi ha prospettato l'eventualità di uno screening familiare. Ha capito che della dieta so già qualcosa e quindi ha condensato la sua opinione in poche frasi: "Si mangi le cose buone senza glutine e non si compri troppe schifezze confezionate se no tra sei mesi mi viene qua con i villi sani ed il fegato scassato".
Sarò brava, bravissima. Non sono dispiaciuta o preoccupata, anzi.
Nella mio atipico percorso di diagnosi, con i miei atipici sintomi ed i miei atipici esami, non avendo molto altro da fare, mi sono messa a dieta senza glutine da sola.
Lo so che non si fa.
Però gli esami importanti che si fanno a dieta libera li avevo fatti tutti
E poi, dopo poco, ho iniziato a stare bene, benissimo. Praticamente non sono mai stata meglio in vita mia. 
Sono felice di essermi anticipata nel seguire la strada giusta e aver ascoltato il consiglio di molti dei miei dottori amici. Devo solo raffinare un po' di comportamenti gluten free. Devo fare la pratica per l'esenzione e i buoni. Devo solo convincere il mio medico di base che sono davvero celiaca e il fatto di essere chiatta non è una garanzia del contrario. Devo solo estorcergli ancora  una serie di esamucci. Devo solo capire come istruire i miei familiari e chi mi invita a pranzo ad evitare il comportamento V.I.P. (Villo in pericolo) senza stress.
E in più ho deciso che il coming out deve essere immediato.
Ce la posso fare! Sono quasi sette mesi che sono glutinopriva e sono vispa come un grillo. Che saranno mai tutte queste cosette se la contropartita è sentirsi e stare bene?
Iniziamo da esenzione e buoni, così approdo dal medico con le carte in regola e mi crederà. Contemporaneamente mi studio quello che mi manca per fare una dieta scientificamente sensata. E subito dopo vediamo come si interagisce con l'esterno...
Qui dal Tenue per oggi è tutto
:D

7 novembre 2012

Cattiva

Sono stata cattiva e ti ho abbandonato immediatamente.
Ora vediamo se riesco ad essere migliore.
Per il momento ti ho cambiato nome, del resto pure io ho cambiato qualcosa...
Per il momento cambio anche l'argomento principale. Hai visto mai che con un po' di costanza e capa tosta il passato ed il futuro possano incontrarsi.
E generare splendidi dolci privi di glutine...